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Mai come in questo inizio di secolo - con le tensioni e le nubi oscure che appannano il futuro del mondo - l'insegnamento di Francesco d'Assisi è stato così attuale. Esso sembra provenire da un uomo di un altro mondo, ma riesce ancora a parlare al cuore e alla mente degli uomini di questo mondo, affannati nelle loro quotidiane attività e troppo spesso inconsapevoli di ciò che sta oltre i beni materiali che affannano la loro vita. L'indicazione di Francesco di una strada verso la perfezione interiore che non sia scissa da una fattiva preoccupazione verso il prossimo, in un esercizio integrale e fedele del dettato evangelico senza sconti e senza giustificazioni, non deve essere vista come una missione impossibile per l'uomo d'oggi. Essa è piuttosto l'indicazione di una utopia concreta che ne deve dirigere ogni giorno le azioni, illuminandole di una luce che non può provenire se non dall'alto di una visione mistica che rende l'uomo partecipe e solidale col cosmo, la natura e gli esseri viventi da essa nutriti. Non è un caso che l'attuale papa abbia voluto prendere il nome di Francesco, cercando per quanto possibile di trarre ispirazione dalla sua spiritualità. E forse solo un uomo che "è venuto dall'altra parte del mondo" poteva riprendere la fiaccola sempre accesa di Francesco d'Assisi.